I mercati dell’Asia-Pacifico perlopiù in calo in attesa della decisione della Fed sui tassi
Istanbul, 10 dicembre (Hibya) – I mercati della regione Asia-Pacifico sono scesi per la maggior parte mercoledì, mentre gli investitori si sono concentrati sui dati dell’inflazione in Cina e sulla decisione della Federal Reserve (Fed) statunitense in materia di tassi di interesse.
L’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso lo 0,56 %, mentre l’indice continentale CSI 300 è arretrato dello 0,78 %, dopo che i prezzi al consumo in Cina sono aumentati dello 0,7 % su base annua, raggiungendo il livello più alto da febbraio dello scorso anno.
Questo aumento dei prezzi al consumo in Cina è arrivato dopo il +0,2 % di ottobre ed è stato in linea con le previsioni degli economisti, che si attendevano anch’essi un rialzo dello 0,7 %.
I prezzi alla produzione in Cina sono diminuiti del 2,2 % a novembre rispetto a un anno prima, mancando la stima di un calo del 2 %, e il periodo di deflazione è entrato così nel suo quarto anno. A ottobre era stata registrata una flessione del 2,1 %.
L’indice S&P/ASX 200 australiano è rimasto sostanzialmente piatto. In Giappone il Nikkei 225 ha perso lo 0,22 %, mentre il Topix è rimasto invariato. In Corea del Sud l’indice Kospi è sceso dello 0,12 %, mentre l’indice a piccola capitalizzazione Kosdaq è salito dello 0,2 %.
Gli investitori attendono per mercoledì la molto seguita decisione della Federal Reserve statunitense sul tasso di riferimento. I mercati prevedono che la Fed taglierà nuovamente di 0,25 punti percentuali il tasso overnight di riferimento, in linea con i tagli effettuati a settembre e ottobre.
Negli Stati Uniti l’indice S&P 500 ha chiuso la seduta relativamente invariato. L’ampio indice di mercato ha oscillato in laterale e ha ceduto soltanto lo 0,09 %, chiudendo a 6 840,51 punti, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,13 % terminando la giornata a 23 576,49 punti.
Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 179,03 punti, pari allo 0,38 %, chiudendo a 47 560,29 punti. L’indice composto da 30 titoli è stato appesantito dal calo delle azioni JPMorgan, dopo che le previsioni sui costi per il 2026 si sono rivelate superiori alle attese.
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