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Dopo che l’amministrazione statunitense ha lanciato minacce dirette di ritorsione, l’Unione europea e alcune delle sue maggiori aziende hanno evitato mercoledì lo scontro.

L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ha dichiarato martedì sera che utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per contrastare le regole «irragionevoli» dell’UE, che danneggiano in modo sproporzionato le aziende americane operanti in Europa.

Facendo riferimento a un possibile elenco di obiettivi per misure di ritorsione, l’ufficio ha citato nove aziende europee che negli Stati Uniti «finora hanno beneficiato di un ampio accesso al mercato». Si tratta dell’irlandese Accenture; della spagnola Amadeus; delle francesi Capgemini, Publicis e del colosso dell’IA Mistral; delle tedesche DHL, SAP e Siemens; e della svedese Spotify.

Sebbene si tratti dell’ultimo esempio di ritorsioni reciproche tra le due giurisdizioni, è la prima volta che vengono prese di mira aziende europee specifiche.

L’inasprimento della retorica da parte dell’amministrazione Trump riflette la crescente frustrazione dei funzionari di alto livello a Washington nei confronti delle regole tecnologiche dell’UE.

L’UE ha inflitto una multa di 120 milioni di euro alla società X di Elon Musk per il mancato rispetto degli obblighi di trasparenza, suscitando una forte reazione da parte degli Stati Uniti.

La Commissione europea, responsabile dell’applicazione delle leggi digitali che hanno irritato Washington, ha risposto martedì ribadendo che le regole dell’UE non sono discriminatorie e continueranno a essere applicate.

Il portavoce Thomas Regnier ha dichiarato a Politico: «Come abbiamo chiarito più volte, le nostre regole si applicano in modo equo e uguale a tutte le aziende che operano nell’UE».

Mistral, SAP, Siemens e Spotify hanno rifiutato di commentare. Le altre aziende presenti nell’elenco non hanno risposto alle richieste di commento.